giovedì 30 settembre 2010

Giovane precario alla conquista di un posto di lavoro: ecco il gioco da tavolo

da JobTalk

Sogni di essere un giovane precario alla conquista di un posto di lavoro? Grazie a “Tous Jeutables”, iniziativa dell’associazione PrécaCorp, con un solo mazzo di carte potrai vivere sulla tua pelle tutte le emozioni del caso, partita dopo partita, assaporando l’ebbrezza del rischio di disoccupazione e sognando una firma e un carnet di ticket restaurant per arrivare a fine mese. Esplicito remake dell’americano “Corporation” di Matthew Baldwin, Tous Jeutables è un gioco da tavola definito dagli autori stessi militante e satirico ed è nato dalla collaborazione tra il movimento Génération Précaire e le edizioni Contrevents .
Scaricando gratuitamente il materiale dal loro sito, solo chi ha l’”età legale per lo sfruttamento in zone civilizzate” può partecipare mettendo in atto la propria strategia per conquistare il maggior numero di “punti lavoro” e aggiudicarsi così quel contratto a tempo indeterminato tanto sognato fin dai tempi dell’università. “Rigorosamente a tempo determinato”, invece, sono le partite, della durata massima di 20 minuti, non più di 6 sono gli aspiranti ammessi a sgomitare per un unico posto di lavoro e le regole, scritte in maniera farsesca, risultano semplici e facili da memorizzare. In Tous Jeutables funziona così: coloro che giocano la stessa carta all’interno di un turno diventano alleati e quando tutti e soli i membri di una “corporation” giocano la stessa carta guadagnano punti, altrimenti ne conquista chi si è votato all’egoismo e all’arrivismo.
Tutto sta nel sapersi giocare le proprie carte scegliendo di volta in volta se fidarsi della forza del gruppo oppure proseguire da soli, costretti a guardarsi continuamente alle spalle ad ogni angolo di corridoio svoltato.
Turno dopo turno “La tentazione di unirsi ad una ‘corporation’ già essitente è grande ma, se lo fate, sarete immediatamente mal visti dai giocatori che, proprio a causa della vostra intrusione, non guadagneranno punti - aggiunge poi l’autore – E’ evidente che più è grande la corporazione più è potente ma diventa anche più sensibile ai tradimenti e alle dinamiche in corso”.
Solo al raggiungimento del punteggio stabilito per l’assunzione viene nominato il vincitore, intestatario del contratto in palio, nel frattempo “Naturalmente, è permesso chiacchierare - precisano le istruzioni – Anzi, è proprio questo lo scopo del gioco, è invece proibito parlare a voce bassa e negoziare di nascosto dagli altri giocatori accordandosi a gesti”.
Patrocinato e finanziato dal “Ministero dello Sfruttamento, del Caos Sociale e della Speculazione Immobiliare”, Tous Jeutables è una scanzonata e mai quanto vera simulazione della condizione di precariato in cui molti giovani e meno giovani quotidianamente si trovano.
Impugnando le carte che strappano un sorriso mostrando con un tratto da parodia i momenti salienti della vita d’ufficio, è difficile non immedesimarsi nelle dinamiche di ufficio, ed è così che viene offerta una interessante palestra per cimentarsi nelle astiose logiche d’azienda se non l’occasione per sdrammatizzare una realtà da contrastare, anche utilizzando l’arma dell’ironia: perché no?

mercoledì 29 settembre 2010

Professione "Articolista"

Chi è l’articolista? Ma soprattutto: che lavoro fa?
E’ necessario addentrarsi nel sottobosco del web per scoprire l’esistenza di questa figura a metà tra il giornalista e l’ operaio alla catena di montaggio. Sul web nasce, col web si nutre e di web muore.
L’ “articolista” è un tuttologo di età indefinita e sesso neutro. Due le sue caratteristiche: squattrinato e dedito al sacrificio. Non ha sindacato né ordine di appartenenza e nella scala gerarchica della professione occupa il posto dopo l’ultimo perché l’ultimo è già troppo affollato dai “collaboratori”.
Di fatto l’articolista è questo: uno che produce il maggior numero di pezzi possibile per il maggior numero di committenti, nel minor tempo e soprattutto al minor costo.
Si aggira per il web come un moribondo demolendo la sua autostima e trascinandosi dietro una valigia sempre più leggera di sogni, ambizioni e speranze. All’articolista non si chiedono referenze o competenze specifiche ma SOLO creatività, curiosità, impegno e puntualità nella consegna dei pezzi e soprattutto “poche pretese”, economiche ovviamente.
In teoria “articolista” potrebbe essere chiunque sa mettere in fila due parole d’italiano ed è pratico, ma neanche troppo, di navigazione sul web.
La realtà, però, è ben diversa: l’articolista è la nuova declinazione del freelance. “Articolisti” sono tutti quei giornalisti, pubblicisti, professionisti o aspiranti, non fa differenza, che non riuscendo a penetrare la cortina di ferro della stampa italiana, ripiegano sul web collezionando collaborazioni da pochi centesimi a pezzo. Una realtà che non fa scandalo, non suscita indignazione, non merita la ribalta delle cronache. L’articolista, a differenza del collaboratore, non è degno neanche della “solidarietà” dei colleghi “togati”. E’ ignorato, punto. Un’indifferenza che ha permesso a questo sottobosco di crescere, moltiplicarsi, infittirsi assumendo le forme più disparate. Eppure è una realtà neanche troppo nascosta, basta fare un giro su internet e digitare “cercasi blogger”, “cercasi articolista” o le sue varie declinazioni per veder spuntare fieri, prepotenti e senza remore annunci di lavoro che palesano senza ombra di dubbio questa verità. Blog, siti internet, associazioni, testate, tutti lì pronti ad offrire collaborazioni da 50 centesimi a 2 euro lordi a pezzo e per cotanta gentile offerta chiedono solo che gli articoli siano originali, ben scritti, interessanti ecc. ecc. Ma il dramma non finisce qui. L’articolista, infatti, ha imparato ad essere vittima e carnefice di se stesso. Oltre agli annunci diretti esistono tutta una serie di forum e siti dove avviene una sorta di compravendita “intellettuale”. Il committente mette all’asta la realizzazione di un pacchetto da 20, 50, 100 e più pezzi da realizzare in tot tempo e gli articolisti partono con le loro offerte al ribasso fin quando ottiene il lavoro chi costa meno e produce di più, con buona pace di approfondimento, verifica e qualità dei pezzi realizzati.
Nessuno controlla, in pochi alzano la voce con il risultato di delegittimare il diritto costituzionale ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, di far passare il messaggio che la preparazione e l’esperienza sono indice di pericolo per futuri reclami e le aspettative professionali fastidiose zavorre.

lunedì 27 settembre 2010

500 euro lordi al mese per il ‘redattore senza contratto giornalistico’

Cinquecento euro lordi al mese; 6.000 euro lordi l’ anno.

E’ il salario medio di un web editor secondo quanto riporta Alessandro Sisti, un esperto di mezzi di comunicazione, digital marketing, web e social network, in un articolo in cui analizza la questione dell’ andamento economico del Post di Luca Sofri, al centro in questi giorni di un acceso dibattito innescato da una seriedi valutazioni di Massimo Russo.

Dall'articolo di Pino Rea su www.lsdi.it
Al di là del giudizio sui compensi da fame per i web editor, quello che colpisce in particolare in questo articolo è la assoluta franchezza con cui si attribuisce a queste figure professionali del mondo dell’ informazione digitale la definizione di “redattori senza contratto giornalistico”, dando per scontato che nel web ci possano essere persone che fanno lavoro giornalistico (in che cosa il lavoro del web editor differisce da quello del giornalista-redattore dei siti mainstream con contrattazione giornalistica?) senza avere il trattamento previsto per quel lavoro.

Si tratta di una situazione molto diffusa se Alessandro Sisti ne parla come di figure a cui si può far ricorso per costruire delle testate con “strutture ragionevoli di costo”, come – fa capire – fanno probabilmente “i pure player Internet (portali come libero.it, yahoo.it, tiscali, network di blogger come liquida.it, etc)”, che adottano “strutture di costo con meno vincoli sulla forza lavoro”.

Per sperare di raggiungere un equilibrio costi/ricavi meno aleatorio per il suo Post, suggerisce l’ analisi di Sisti, Sofri potrebbe adottare prima di tutto una forte ‘dieta’ sul piano del costo del lavoro, con “redattori senza contratto giornalistico” e con un salario di 500 euro lordi al mese (web editor), invece dei 5 giornalisti regolarmente contrattualizzati che lavorano attualmente su quel sito.

Questo il ragionamento economico suggerito da Sisti:

- 5 redattori senza contratto giornalistico (web editor) 2500 x 12 = 30.000 euro anno- collaborazioni opinionist = 30.000 euro anno- housing = 25.000 euro anno- manutenzione applicativa sito 40.000 euro anno (due web developer)
- marketing 20.000 anno


Totale 145.000
Ricavi Netti 210.000Costi Operativi 145.000
Ebitda Margin 65.000 (30%)


Con la conclusione:


Consiglio: “Suggerisco a Sofri di continuare a collaborare su altri fronti per portare a casa lo stipendio….a meno di non voler seguire qualche più mite consiglio….”

giovedì 23 settembre 2010

AAA cercasi collaboratori competenti Offresi sviluppo di competenze (...?...)

L’Isola è una delle principali realtà editoriali che opera nel mondo della musica italiana dal 1996. Le attività si snodano tra rivista online, gestione di eventi musicali, organizzazione di concorsi/premi, pubblicazione di un periodico cartaceo a tiratura nazionale.

Si ricercano nuovi collaboratori per le città di Milano (sede centrale), Roma, Torino e Bologna al fine di ampliare il proprio organico, rafforzando ulteriormente la presenza sul territorio nazionale. Il candidato ideale deve possedere una buona conoscenza della storia musicale italiana e un’aggiornata preparazione sulla realtà discografica odierna.
Sono richieste:
- collaudate capacità compositive in ambito di critica musicale e reportage di eventi;
- naturale inclinazione all’ascolto analitico e frequente di lavori musicali (dischi/album di qualsiasi artista/genere musicale);
- dinamismo e capacità di seguire eventi live presenti nella propria città di riferimento;

Questo tipo di collaborazione non si basa su una retribuzione economica ma sull’inserimento nel settore dell’editoria musicale partendo da una delle principali riviste del settore, sviluppando nel candidato competenze giornalistiche legate alla critica musicale nelle sue forme più eterogenee (recensioni, interviste agli artisti, ecc).

La qualifica di collaboratore ufficiale prevederà una costante pubblicazione online di articoli firmati dal recensore, la possibilità di accrediti per accedere a titolo giornalistico ai principali concerti della scena musicale locale/nazionale, nonché di partecipare a nome de L’Isola ai principali eventi fieristici, conferenze, festival e rassegne musicali italiane.

I candidati interessati possono inviare il proprio curriculum in formato word o pdf al seguente indirizzo di posta:

redazione@lisolachenoncera.it

Quelli che fanno lavorare gratis i ragazzi

dal blog Italians di Beppe Severgnini

L'avrete saputo: a Milano ci sono 20mila avvocati, la metà di tutta la Francia. In Italia sono 230mila, e aumentano ogni anno di 15mila. Magari avete visto anche la lettera al "Corriere" di una giovane avvocata (anonima e pentita): a 27 anni prende 500 euro al mese, e ammette di essere fortunata. Almeno la pagano, e non la piazzano a fare fotocopie & caffè, come tanti colleghi coetanei. I numeri magari hanno colpito qualcuno, ma la storia - sono certo - non ha sorpreso nessuno. La laurea in legge - in assenza di grandi vocazioni, grande talento, grande impegno o grande papà - è l'autostrada verso la sottoccupazione intellettuale, con un tocco di schiavitù postmoderna. E qui arriva la prima domanda. Con che coraggio un affermato avvocato da 200mila+ euro l'anno, entrando in studio al mattino, guarda in faccia un ventenne cui offre un'elemosima da 200 euro al mese (magari neanche quella)? Non rivede se stesso, trent'anni prima? Non pensa che uno stipendio, per quanto piccolo, sarebbe giusto? Soldi ben spesi: ne guadagna l'autostima di chi li riceve e la coscienza di chi li offre. Esiste uno speciale girone del purgatorio per quelli che fanno lavorare gratis i ragazzi: prevedo sarà affollato. Con la laurea in legge si possono fare molte cose. Lo dimostrano Mara Carfagna, Checco Zalone, Pippo Baudo, Alessandro Preziosi, la squisita Gepi Cucciari, Guglielmo Stendardo (difensore della Lazio), Carlo Giovanardi (difensore della fede), Renzo Arbore, Mariastella Gelmini, Raimondo Vianello, Silvio Berlusconi e il sottoscritto. Questa duttilità, e l'assenza di numero chiuso, spinge molti ragazzi incerti sul proprio futuro a iscriversi a giurisprudenza. Dopo la laurea, se non si lasciano tentare dalla magistratura (una vocazione) o dal concorso per notaio (un terno al lotto), pensano all'avvocatura. Un consiglio: non fatelo. Al di là dello sfruttamento di cui sopra, c'è una questione di mercato. In Italia non c'è lavoro per 230mila avvocati: a meno che ci denunciamo tutti a vicenda, una volta la settimana, ma non sembra il caso. Nei tribunali italiani sono pendenti 5,5 milioni di processi civili e oltre 3 milioni di processi penali; l'attesa per una sentenza civile è in media di sei anni e dieci mesi; le procedure sono bizantine, il meccanismo delle notifiche semplicemente folle. A quel punto cosa accade? Il neo-avvocato, dopo cinque anni di studi, ventimila euro di spese e due anni di praticantato gratuito, ha di fronte due strade: fare la fame o attaccarsi a tutto. Suggerire azioni legali a chiunque, per esempio; quando tutti sappiamo che i tribunali sono da evitare (si guadagnano soldi, tempo, serenità e non si fa perder tempo ai magistrati). Per quest'avvocatura, sospesa tra affanno e sopravvivenza, gli americani hanno un nome: "ambulance chasers", quelli che corrono dietro alle ambulanze, fiutando azioni di risarcimento. Non fatelo, ragazzi. Se volete correre, scegliete l'aria aperta.
Beppe Severgnini

lunedì 20 settembre 2010

Cronisti e buoi dei paesi tuoi (in Rai)

Articolo di GIAN ANTONIO STELLA pubblicato su Corriere della Sera, il 20/09/10


Donne, cronisti e buoi dei paesi tuoi. Mentre il resto del mondo si spalanca sempre di più, la Rai ha deciso che ognuno deve stare nel suo angoletto. I nuovi assunti in Piemonte devono essere piemontesi, in Calabria calabresi, in Molise molisani. Nell'attesa, si capisce, di assumere solo pantanellesi a Pantanelli e rettorgolesi a Rettorgole. Per poi passare all'assunzione di tiburtini in via Tiburtina e casilini in via Casilina. E finire con l'apoteosi: l'assunzione condominio per condominio, scala per scala, pianerottolo per pianerottolo. Ognuno a casa sua. Barricato con triplo chiavistello.
Lo sbalorditivo messaggio, una specie di traduzione pratica di un iper-federalismo separatista al cubo in coincidenza con il centocinquantenario dell'Unità d'Italia, è contenuto nel «Bando delle selezioni per la TgR» sventolato in bella vista sulla prima pagina del sito aziendale. Dove si spiega che «la Rai - Radiotelevisione Italiana S.p.A. effettuerà una selezione riservata a giornalisti professionisti di lingua italiana da utilizzare, per future esigenze, con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, in qualità di redattore ordinario, nelle redazioni giornalistiche regionali delle seguenti regioni e province autonome». E giù un elenco con le realtà locali, tranne Lazio. Come mai? Lo si legge alla sesta riga del verbale di incontro fra l'azienda e il sindacato: perché «come di consueto, eventuali esigenze di personale potranno essere soddisfatte mediante il ricorso a tutte le risorse già utilizzate a tempo determinato a Roma». Traduzione: sono già talmente in tanti a Saxa Rubra, spesso lasciati malinconicamente inutilizzati per motivi extra professionali, che non si può mettercene ancora.
Il bando, in realtà, come spiega il consigliere nazionale dell'Ordine dei giornalisti e sindaco dell'Inpgi Pierluigi Roesler Franz, trabocca di «incongruenze». Un esempio? Per la redazione di Aosta è «prevista oltre a unCorriere della Seraa buona conoscenza della lingua inglese anche una fluente conoscenza del francese la cui valutazione avverrà con apposite prove di merito, mentre stranamente ci si è dimenticati di inserire nel, bando la buona conoscenza della lingua tedesca per la redazione di Bolzano!». O dello sloveno per quella di Trieste.
Un altro? Chi aspira a essere assunto deve essere nato dopo il 30 giugno 1974, nonostante per tutte le società pubbliche, Rai compresa, valga «l'art. 3, comma 6, della legge n. 127/1997 che stabilisce che l'assunzione ai pubblici impieghi non è più soggetta a limiti di età, salvo il caso di deroghe previste da regolamenti delle singole amministrazioni per esigenze particolari». Di più: all'aspirante redattore non basta il tesserino da professionista, che si ottiene superando un esame statale a prescindere dal titolo di studio. No: deve avere anche un «diploma di laurea (DL) "vecchio ordinamento"; oppure laurea specialistica (LS), o laurea magistrale (LM) "nuovo ordinamento"; oppure diploma rilasciato dalle Scuole di Giornalismo riconosciute dall'Ordine dei Giornalisti purché acquisito dopo il conseguimento della laurea breve o triennale (L)». Un limite che, tanto per dare un'idea, consentirebbe di assumere ingegneri nucleari, veterinari, agronomi e architetti paesaggisti, ma taglierebbe fuori, per citarne solo tre, fuoriclasse quali Giorgio Bocca, Enzo Biagi o Oriana Fallaci. I quali, a dispetto di chi si attacca ai timbri, si dedicarono al mestiere giovanissimi con tanta passione da non aver proprio il tempo per prendersi il pezzo di carta. Esattamente come non potrebbe essere oggi assunto con queste regole da Mauro Masi (ammesso e non concesso che a Masi interessasse) un professionista coi fiocchi e libero quale Enrico Mentana. Auguri. La chicca, però, è la precisazione Rai che gli aspiranti redattori, come le «donne e buoi dei paesi tuoi», potranno «candidarsi alla selezione» solo «per la redazione coincidente con la propria regione o provincia autonoma di residenza».
Di chi è stata l'idea? Boh... Forse di qualche testa fina decisa a mettersi in luce agli occhi di quei leghisti che spesso si sono lagnati come Calderoli («la lingua italiana è il dialetto romanesco che ci passa la Rai») o Castelli: «C'è troppo romanesco nell'informazione in tv». L'unico precedente che si ricordi di apartheid redazionale, diciamo così, è quello che tentò l'attuale ministro degli Interni Roberto Maroni il giorno in cui fu candidato alla direzione dell'Indipendente e tuonò: «Voglio fare un giornale del Nord per i nordisti con giornalisti rigorosamente del Nord». Direzione tramontata. Ma non è detto che sia andata in questo modo. Le sciocchezze a volte nascono così, per inerzia... Fatto sta che, come sostengono Pierluigi Roesler Franz, l'avvocato dell'Associazione Stampa Romana e della Fnsi Bruno Del Vecchio e il Codacons in un ricorso al Tar del Lazio, i concorsi per le aziende pubbliche, dal Portogallo alla Finlandia, dalla Gran Bretagna alla Romania, dovrebbero essere aperti a tutti gli europei, dai francesi agli svedesi, dagli scozzesi ai greci. E vincano i migliori. Starà poi al greco decidere se gli interessa un posto a Edimburgo o a un polacco un posto a Palermo. Punto.
È una questione di regole. Che minacciano di far scattare contro la Rai miriadi di ricorsi se è vero, come ricorda Del Vecchio, che «la provincia di Bolzano aveva recentemente indetto un bando di aggiornamento straordinario delle graduatorie provinciali degli insegnanti di Trento» che «prevedeva, tra l'altro, un maggiore punteggio per chi aveva lavorato nella provincia ed era residente in loco da almeno due anni» e «l'Unione europea ha contestato all'Italia tale discriminazione». Ma più ancora è una questione di buon senso. I giornalisti non si dividono in calabresi e valdostani, friulani e sardi. Ma in fuoriclasse, bravi, decenti, schiappe, liberi o servili. A meno che non si pensi che ogni giornalista deve essere schierato al servizio non del Paese ma della propria regione, della propria città, della propria contrada, del proprio condominio... Ma nel testo unico sulla radiotelevisione non c'è scritto che la «società concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo» è istituita «al fine di favorire l'istruzione, la crescita civile e il progresso sociale, di promuovere la lingua italiana e la cultura, di salvaguardare l'identità nazionale?».

Per gli aspiranti pubblicisti: 100 euro al mese (da pagare) per "sostenimento Testata e assistenza propria pratica"

Gentile aspirante pubblicista,

sono qui a scrivere di questa nuova iniziativa editoriale chiamata
CENTROITALIAPRESS.it.
Forse, rispondendo all’ annuncio trovato su internet, hai già avuto la
possibilità di interloquire con me per pochi minuti al telefono.
CentroItaliaPress.it è un quotidiano on-line di libera informazione per tutte
le località dell’Italia centrale - dalle grandi metropoli ai piccoli paesini -
che sarà pubblicato e disponibile su internet dai primi di novembre 2010.
L’ associazione che edita tale testata è “Centro Italia Eventi Stampa”, una
realtà, voluta da me e altri colleghi con i quali concordiamo l’
importanza di formare figure professionali utili alla stampa locale (cartacea e
on-line), perché crediamo che quest’ ultima costituirà la realtà più grande – in
termini numerici di testate – nel futuro prossimo dell’ informazione italiana.
Ma non è tutto. Per essere davvero 'utili' è un ‘nostro preciso
dovere’ fornire la possibilità agli interessati, di espletare
in maniera formalmente regolare il cosiddetto tirocinio biennale, che da accesso
all’ esame di iscrizione all' Odg come “giornalista pubblicista”, presso
l’Albo regionale di competenza. Attenzione: parliamo del biennio di tirocinio
relativo alla redazione di un numero di pezzi minimale, con soglie minimali di
reddito percepito, così come previsto dall’ Albo e non del cosiddetto
“praticantato giornalistico” che invece è finalizzato all’ iscrizione all’Albo
dei giornalisti professionisti, e che la nostra associazione non può, per ora, garantire.

Cerchiamo quindi aspiranti MOTIVATI a rendere funzionali quei loro pezzi
d’obbligo, da redigere con periodicità, non solo sulla testata in internet, ma
proprio sul giornale cartaceo di riferimento della zona dove si è scelto di
operare. Persone che abbiano davvero la volontà di capire in che cosa consiste
questa splendida professione, riconoscendo a se stesse che l’unico modo è
cimentarsi nella pratica.

Possiamo garantire che ci sarà sempre un affiancamento di natura tecnica da
parte del sottoscritto, al telefono, via mail, e anche davanti al pezzo, quando
bisognerà impostare la scrittura delle notizie.
Ma anche semplicemente una voce di riferimento che possa delucidare varie
questioni a livello conoscitivo, informativo e tecnico della zona di
riferimento.
Si parteciperà periodicamente alle riunioni di redazione indette dai giornali del ns circuito.


ISCRIZIONE: Euro 150,00 vitalizia (da diritto al tesserino CENTRO-ITALIA-PRESS con numero di serie, utile per poter accreditarsi negli uffici stampa di conferenze e eventi vari)

-Quota mensile di sostenimento Testata e assistenza propria pratica:
Euro 100,00 mensili per 24 mesi


-Tutoraggio del tirocinio:
Gratuito, con scambio reciproco di notizie sul territorio.


Inizieremo subito le pubblicazioni sulla testata cartacea “La Fiera dell’ Est”,
in zona – Castel Verde – VIII Municipio di Roma.
Qualora la zona risulti a te eccesivamente lontana, sappi che abbiamo collaborazioni con giornali cartacei
- o le stiamo accordando -anche su altre aree. Chiamaci e su questo ti daremo maggiori informazioni.

Chi vuole può provare a scrivere, o collaborare in forma libera (cimentandosi), prima di
iscriversi, o può venire semplicemente a conoscerci per saperne di più.

martedì 14 settembre 2010

Annunci di lavoro?

Perché tra le offerte di lavoro si continuano a trovare annunci come questo?



Network di informazione online ricerca su tutto il territorio nazionale, nuovi collaboratori (collaborazioni non retribuite senza validità per eventuali iscrizioni presso l'albo dei pubblicisti) per la scrittura di news e articoli riguardanti un ampia gamma di argomenti: eventi, cinema, teatro, arte, concorsi, fotografia,internet, informatica, nuove tecnologie, costume e altro ancora.
Non sono richieste particolari esperienze lavorative, ma sono necessari entusiasmo, buona capacità di scrittura e dimestichezza nell'utilizzo dei principali strumenti informatici.
Gli interessati possono inviare un curriculum e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali all’indirizzo mail: collaborazioninews@gmail.com.

AAA cercasi "compagni di viaggio" non "dipendenti" e soprattutto che non pretendano uno stipendio

InviatoSpeciale è un quotidiano on line ed è prodotto dalla onlus TheGlobalvillageVoice. L'informazione italiana è in grave crisi e noi crediamo che si debba lavorare per offrire ai cittadini notizie trasparenti. Per farlo cerchiamo non solo persone alla ricerca di un lavoro, ma cittadini che vogliano impegnarsi per costruire una associazione in grado di coinvolgere sempre più gli italiani sul tema della libertà di espressione e sulla difesa dei diritti civili. Noi non abbiamo appartenenze di partito, ma siamo convinti sia indispensabile moralizzare la politica, diventata proprietà di una casta lontana dalla società. Conoscere i fatti significa poter capire e quindi essere in grado di decidere e votare con consapevolezza. Insomma, non vogliamo 'dipendenti', ma 'compagni di viaggio'. La crescita della onlus permette di ottenere consenso e quindi mette in condizione di recuperare le risorse utili per far funzionare la macchina. InviatoSpeciale è un quotidiano on line di giornalismo partecipativo, ovvero aperto alla collaborazione di tutti i cittadini, perchè pubblica scritti, filmati, foto di chiunque abbia qualcosa da dire. TheGlobalvillageVoice ritiene importante anche fornire chance a chi vuole intraprendere la professione giornalistica senza dover passare per vie tortuose o poco chiare. Se hai intenzione di fare una esperienza 'creativa', di lavorare con altri, di impegnarti per realizzare la tua occasione non solo prefessionale, ma prima di tutto umana e democratica sarai il benvenuto. Se pensi che lo stipendio sia il principio ispiratore della tua attività evita di scriverci. Se al contrario hai capito che per concretizzare i tuoi sogni devi metterti in gioco ed imparare a combattere insieme ad altri per realizzare gli obiettivi comuni allora hai trovato il posto giusto. Per concludere: noi siamo alla ricerca di cittadini-giornalisti, non di disoccupati in cerca del 'posto': di quelli ce ne sono a migliaia e non ci interessano. L'annuncio è valido per tutta Italia.

lunedì 13 settembre 2010

Stagisti gratis per il governo

dal commento di Bruno Ugolini su L'Unità

C'è un sito (http://generazionep.blog.lastampa.it) che ospita, a cura di Marco Patruno, un assillante campagna denunciando lo scandalo di migliaia di giovani che, per trovare in qualche modo la strada dell’impiego, accettano quello che si chiama “stage”. Un tirocinio, insomma, che dovrebbe preludere ad un lavoro stabile. Spesso, però, non si ottiene alcuna formazione, si è sottopagati, si compie lo stesso lavoro di un normale impiegato e alla fine si è rispediti a casa.
C’è addirittura chi organizza stages gratuiti, senza nemmeno il rimborso delle spese. A dare l’esempio è il governo. Patruno denuncia l’organizzazione di stage siffatti presso il ministero dello sviluppo economico, a Roma. E’ offerto a giovani laureati con laurea di 100 su 110. Lavoreranno del tutto gratuitamente. Dovranno caricarsi anche il peso dei trasporti, del pasto, dell’affitto.
E’ quasi una direttiva visto che viene dai vertici dello Stato: non pagare i neo-collaboratori. Un invito per quegli imprenditori (Patruno cita lo stagista che presso la Commissione Europea prende 1500 euro) che almeno pagano le spese agli stagisti. Così Patruno rivendica una legge capace di imporre “uno stipendio” per gli stagisti. Una presa di posizione che solleva proteste da parte di imprenditori che scrivono al sito. Segnalano che numerosi stagisti di cui avevano usufruito dimostravano una diffusa impreparazione. Scrivono di aver incrociato “persone laureate o diplomate che non sarebbero adatti nemmeno a lavorare in catena di montaggio”. Molti di loro, aggiungono, aspirerebbero a “un lavoro perfetto” ma in realtà “non si meriterebbero nemmeno di vendere accendini ai semafori per quanto sono incapaci”. E ancora “Ho dovuto spiegare a neodiplomati come si invia un fax e come si scarica la posta elettronica”.
Espressioni dure che testimoniano certo dell’inadeguatezza di parte del sistema scolastico ma che eludono il problema. Intanto, però, dovrebbero riflettere sul fatto che questo sistema è stato picconato e così aggravato, dalla solerte ministra Gelmini. Inoltre dovrebbero spiegare come mai questa manodopera giovanile, malgrado i difetti denunciati, le scarse qualità professionali, viene quotidianamente usata. E spesso adibita a compiti che nulla hanno a che fare col tirocinio, con la formazione professionale. Insomma è chiaro che la scelta è quella della competizione nel mercato basata solo sulla compressione dei costi. E allora donne e uomini meno costano e più sono ricercati. Non solo: siccome anche i diritti e le tutele costano si cercano di smantellare. Pomigliano docet. E questo sarebbe il nuovo patto tra capitale e lavoro di cui tanto si ciancia?

venerdì 10 settembre 2010

Lazio escluso dalle selezioni Rai

L´Usigrai ha fatto pervenire all´Associazione Stampa Romana il verbale di incontro con l´Azienda siglato in data 8 settembre 2010. Al centro del confronto l´iniziativa aziendale di reclutamento di personale giornalistico (da utilizzare con contratto a tempo determinato) attraverso una selezione nelle varie regioni. Dalla selezione, com´è noto, sono stati esclusi i colleghi del Lazio. L´Usigrai, raccogliendo le istanze dell´Asr, ha chiesto nuovamente alla Rai di valutare l´opportunità di effettuare un´apposita selezione anche per i giornalisti del Lazio. L´azienda ha ribadito di non avere necessità di reperire personale giornalistico nella nostra regione, ma si è impegnata, laddove si verificassero esigenze di organico, a effettuare un´apposita selezione riservata ai giornalisti residenti nel Lazio.
L´Usigrai ha poi sollevato la questione della possibilità concessa a chi partecipa alla selezione in una regione, di segnalare la disponibilità anche per altre due sedi che non siano quella di residenza. Convenendo che questo creava un vulnus giuridico, la Rai ha precisato che le domande varranno esclusivamente per la regione di residenza.
L´Asr ringrazia l´Usigrai per il tempestivo intervento, mantiene però alcune perplessità in ordine ai criteri della selezione (pur comprendendo che sono il frutto di una mediazione). L´Asr ha chiesto all´avvocato Bruno Del Vecchio di approfondire velocemente la questione, segnalando all´associazione territoriale eventuali violazioni sotto il profilo costituzionale o giuridico. Questo al fine di tutelare il diritto di tutti i colleghi del Lazio di perseguire un´opportunità di lavoro.

venerdì 3 settembre 2010

Newton Compton cerca giovani traduttrici su Facebook, scoppia la polemica

Da Affari Italiani:

di Antonio Prudenzano

Ai tempi di Facebook anche il lavoro si trova (e a volte si perde...) sul social network più famoso. Così, anche le case editrici italiane si adeguano e ne approfittano per cercare nuovi collaboratori tra i "fan" delle proprie pagine Fb.

Non a caso è da poco comparso un messaggio sulla bacheca della Newton Compton (oltre 3mila fan) che in pochi minuti è stato subito "assaltato" (gli aspiranti traduttori non mancano...). Peccato sia subito nata una (piccola) polemica virtuale. Colpa del contenuto dell'annuncio, giudicato da molti discriminante. Eccolo: "Cercasi giovani candidate (under 30) per prova di traduzione dall'inglese all'italiano di Pretty Little Liars (scrivere a info@newtoncompton.com)".

La prima a intervenire è Elisa, che nel suo commento si chiede ironicamente: "C'è un errore... all'annuncio manca 'di bella presenza'. Anche Vale è perplessa. Daniele (un aspirante traduttore uomo che si sente discriminato) più di lei: "Adesso pure per tradurre bisogna esser giovani donne?". Mentre Oscar è addirittura scioccato: "Il mondo è impazzito... totalmente...". Elena ha un dubbio: "Ma come! Perché le traduzioni delle over trenta hanno la scadenza come il latte?". Indignata Stefania: "COSA?? Ora capisco perchè sempre più libri tradotti fanno letteralmente PENA... Casualmente, sono una traduttrice freelance -over 30- e ancor più casualmente ho già letto i libri e visto la serie TV in lingua originale. Bello sapere di non poter neppure essere prese in considerazione per il lavoro. VERGOGNATEVI". Al contrario è felice Anita, probabilmente non un'aspirante traduttrice: "Pubblicherete Pretty Little Liars??????? Che bella notizia!". Per la cronaca, "Pretty Little Liars" (da cui verrà tratto un libro) è una serie tv Usa. Un teen drama con molti elementi noir, che vede protagoniste quattro ragazze alle prese con la misteriosa scomparsa di un'amica comune.

A un certo punto c'è chi chiede alla Newton Compton di inserirsi nel dibattito, e la casa editrice non perde tempo pubblicando questo commento: "Andiamo con ordine: Newton Compton è assolutamente aperta a ricevere e valutare curricula di traduttori di ogni età! Siamo abituati a lavorare con uomini e donne, giovani e meno giovani. In questo caso specifico (come in altri, del resto) cerchiamo di far coincidere lo spirito del libro con la 'voce' che poi avrà in italiano. Questo succede con i testi più specifici (come ad esempio le guide turistiche o i manuali di cucina) o sui testi più orientati nel loro genere (thriller made in Usa o chicklit made in Uk). Questo per dire che la scelta del traduttore è raramente casuale, ciascuno può dare il meglio secondo le proprie capacità e secondo il proprio background ed è proprio lì che l'editore deve trovare quel 'non so che' per far si che la resa sia poi il più possibile accattivante e verosimile. In questo caso, date le premesse, vi sarà facile ora comprendere come mai questo annuncio fosse così apparentemente snob... Ed era anche un esperimento per coinvolgere la community di Fb (così presente e partecipe) nel nostro lavoro di ogni giorno. Quindi, fatevi sotto traduttori di ogni sesso ed età, ma in particolare (solo per oggi) giovani traduttrici".

Lo scambio di commenti continua, e non mancano le critiche alle spiegazioni della casa editrice, che è costretta a intervenire ancora (in parte contraddicendosi): "L'annuncio vuole essere assolutamente informale, un modo di coinvolgere fan e lettori, e i limiti d'età e sesso sono ovviamente del tutto elastici, sebbene per ovvie ragioni in questo caso essere giovani e femmine aiuterebbe. Siamo da sempre aperti a ricevere curricula e selezionare prove di traduzione di tutti, come può confermare chiunque abbia inviato di recente un curriculum, e davvero non pensavamo che un annuncio così innocuo sollevasse tutte queste polemiche. Se c'è tra di voi qualcuno che vuole tradurre, potete naturalmente mandare il CV. Tra le persone che hanno partecipato a questa discussione, solo una ha sostenuto e con successo una prova di traduzione)". E lo scambio di commenti non sembra destinato ad interrompersi...

L'editoria ai tempi di Facebook è anche questo. D'altronde si sa, il marketing via social network è imprevedibile. Nel bene e nel male...

giovedì 2 settembre 2010

La Rai seleziona giornalisti professionisti per le redazioni regionali

La Rai effettuerà una selezione riservata a giornalisti professionisti di lingua italiana da utilizzare, per future esigenze, con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, in qualità di redattore ordinario, nelle redazioni giornalistiche regionali delle seguenti regioni e province autonome:


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